Cara Midori,
eccomi appena rientrato a Tokyo da Kyoto e Nara. Mi scusi il ritardo, la volevo ringraziare moltissimo per avere organizzato l'intervista a sua madre. Molto preziosa. Non sapevo che sua madre fosse una persona tanto eccezionale. Alla sua età utilizza internet e i cellulari in una maniera che io mi sogno. Mi ha raccontato, con le foto e i disegni (l'abbiamo fatta disegnare e ha una memoria di tipo visivo piuttosto precisa) il Giappone di quando era bambina.
Molto bello scoprire come si viveva, nei dettagli. Sono le cose che nei libri non si trovano. Con l'aiuto di Laura abbiamo scoperto moltissimi particolari. A che ora si alzava una bambina, cosa mangiava a colazione negli anni quaranta, dove dormiva tutta la famiglia. Mi ha persino ricostruito la pianta della casa con la disposizione dei mobili.
Le ho chiesto quanto duravano le lezioni, che tipo di discorsi e che giochi facevano i bambini alla sua epoca. Mi ha disegnato la cartella e spiegato come era composta, cosa aveva nell'obento e del fatto che a colazione i bambini poveri si vergognavano di fare vedere agli altri che avevano solo del riso. Particolari che solo chi ha vissuto può sapere, per il resto si rischia sempre a inventare storie del genere. Per esempio, un dettaglio geniale, che descrive benissimo il senso di ribellione. i bambini che volevano ribellarsi alle regole si lucidavano con olio parte alta del cappello della divisa da studenti. In questo modo si aveva un cappello superlucido. Bello no? Un dettaglio che ritorna dalla memoria e che altrimenti sarebbe stato davvero difficile immaginare. Penso che lo userò.

Altra cosa che le devo raccontare è la mia scoperta del Sento. il bagno giapponese è una pratica molto bella. Diversa dall'uso occidentale perché noi ci facciamo il bagno per lavarci mentre per voi giapponesi è un rito dell'acqua. Anche qui vedo molti elementi della cultura shinto (che come i primi veda, l'atarva veda, in India, utilizza riti silvestri).

Un rito dell'acqua che mi pare molto bello da raccontare, con i suoi tempi scanditi (prima ci si lava fuori dall vasca con sapone e acque calde e meno calde a scelta e poi ci si immerge nelle acque caldissime con l'intento di rilassarsi, è quasi una sauna, qui a Tokyo l'acqua raggiunge i 42 gradi). Sono andato a un sento anche a kyoto e l'atmosfera era bellissima. Era un bagno popolare e sembrava di fare un viaggio nel tempo. c'era l'atmosfera che si poteva trovare da un nostro barbiere negli anni 50. Penso che disegnerò il giovane Hiroshi che si va a lavare al sento. Perché sua madre mi ha raccontato che, dato che non c'era l'acqua corrente, tutti (bambini compresi) andavano a lavarsi al bagno pubblico. Quindi ho immaginato Hiro che va da solo al bagno pubblico. che poi crescendo si trova sempre al sento, come facevano i giapponesi un tempo.

A Kyoto, due giorni fa, mentre mi asciugavo è entrato un signore che avrà avuto, non so, novanta anni. era malfermo sulle gambe ma molto deciso. Ha infilato il bastone nel porta ombrelli e si è spogliato. Qualcuno lo ha aiutato, gli porgevano il cesto per riporre la biancheria e poi è entrato nudo, come mamma l'aveva fatto, in una vasca bollente.

Continuavo ad asciugarmi e lo vedevo, del tutto tranquillo.

Il Sento è una esperienza giapponese, una tradizione. Lo avvertivo che io, per loro, ero un intruso. Ma non potevo esimermi dal frequentare questi posti. il mio scopo è sincero, non vado in questi posti con la curiosità del turista, io sto entrando in uno spirito preciso, sul quale lavoro da vent'anni; il Giappone per me non è solo una curosità del momento.

Bene, la lascio adesso. Buona serata, per me è mezzanotte oramai. Grazie ancora Midori, forse non abbiamo collaborato così strettamente neppure quando lavoravamo con Kodansha.
I miei saluti a sua madre, la ringrazi davvero.

Yoroshku onegaishimasu.

igort

igort

Il giovane Hiro