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RodchenKo è stato uno di quei pionieri che ha saputo rendere grande l'idea della stampa e della grafica, della fotografia, come aspetti contemporanei della ricerca plastica. Per lui, come per altri dopo di lui la modernità parlava con le macchine. Vennero alla luce delle opere che avevano alla base linee geometriche e foto ritagliate. Questi collage e queste grafiche viste con lo sguardo di oggi sono tenere, magnifiche e imprecise, perché la traccia tremolante della mano dell'uomo che le ha segnate permane. E' proprio questa tenerezza a essere una delle cose più autentiche e inmportanti. Mette le cose in prospettiva, fa capire il sogno dell'epoca (vorticismo, costruttivismo, futurismo, tutti gli ismi che avrebbero rappresentato l'utopia artistica dei principi del secolo scorso). Abbiamo bisogno di sogni e le avanguardi storiche ci hanno accontentati.
"I want to be a machine" avrebbe detto Warhol cinquant'anni dopo.